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Analisi dell’esperienza, competenze e tecnologie in uso
Selezione di Eccellenza Medica
Ultimo aggiornamento: 20 Maggio 2025
L’implantologia dentale rappresenta oggi una delle soluzioni più efficaci e durature per sostituire i denti mancanti. Grazie a tecnologie avanzate e materiali biocompatibili, è possibile ottenere un risultato estetico naturale e funzionale, migliorando masticazione, sorriso e qualità della vita.
L’implantologia dentale è una branca dell’odontoiatria che consente di sostituire i denti mancanti attraverso l’inserimento di impianti in titanio, ovvero radici artificiali progettate per integrarsi stabilmente nell’osso mascellare.
Questa procedura rappresenta una soluzione moderna e altamente efficace per chi ha perso uno o più denti naturali, offrendo un’alternativa funzionale ed estetica alle protesi mobili tradizionali.
Grazie all’evoluzione delle tecniche implantologiche e all’impiego di tecnologie avanzate, stabilmente adoperate anche presso i centri di implantologia dentale accreditati Eccellenza Medica, è oggi possibile ottenere una riabilitazione completa e duratura della funzione masticatoria. I denti artificiali fissati agli impianti sono progettati per replicare l’aspetto e le prestazioni dei denti naturali, garantendo comfort, stabilità e un’estetica impeccabile.
La mancanza di uno o più denti, condizione nota come edentulia, influisce negativamente sulla capacità masticatoria e sull’equilibrio funzionale della bocca. Quando i denti non vengono sostituiti, l’assenza di stimolazione meccanica sull’osso mascellare comporta una progressiva perdita ossea che si manifesta nel tempo con una riduzione sia della densità che del volume dell’osso.
Tra le cause più comuni della perdita dei denti e della conseguente atrofia ossea vi sono:
La perdita dei denti può essere affrontata oggi attraverso diverse soluzioni, tra cui le protesi mobili parziali e totali, i ponti dentali e, per l’appunto, l’implantologia dentale.
La procedura implantare comincia con una prima visita specialistica, durante la quale il dentista raccoglie l’anamnesi del paziente, valuta lo stato di salute del cavo orale e analizza eventuali controindicazioni. A seguire, vengono eseguiti esami diagnostici specifici, tra cui ortopanoramica e TAC Cone Beam 3D, i quali restituiscono un’immagine dettagliata delle strutture ossee e permettono di valutare la quantità e la qualità dell’osso disponibile.
In questa fase è possibile avvalersi di una tecnica innovativa nota come implantologia computer guidata, la quale consente una pianificazione estremamente precisa dell’intervento chirurgico, riducendo al minimo margini di errore e tempi di recupero.
Sulla base di questi dati, l’implantologo elabora un modello digitale tridimensionale dell’arcata dentale, utile per simulare virtualmente l’intervento e stabilire con esattezza:
Questa procedura prevede, inoltre, la realizzazione di una mascherina chirurgica personalizzata che guida l’odontoiatra durante l’intervento, assicurando massima precisione nell’inserimento degli impianti e riducendo l’invasività della procedura.
L’implantologia dentale prevede l’inserimento di una vite in titanio all’interno dell’osso della mascella o della mandibola, con l’obiettivo di sostituire le radici dei denti naturali mancanti. Questa procedura, conosciuta come implantologia osteointegrata, consente di ottenere una connessione solida e duratura tra impianto e tessuto osseo, in grado di supportare efficacemente il carico masticatorio.
Dopo il posizionamento, l’impianto rimane sommerso sotto la gengiva per tutto il periodo necessario al processo di osteointegrazione, durante il quale il titanio si lega progressivamente all’osso. La durata di questo processo può variare: in genere si parla di circa 4-6 mesi per l’osso mascellare e 3-4 mesi per quello mandibolare, ma la valutazione è sempre personalizzata, in base alle condizioni cliniche e alla qualità dell’osso.
Una volta completata l’osteointegrazione, si procede con la scopertura dell’impianto, ovvero un piccolo intervento che serve a rendere visibile la parte superiore della vite. In questa fase vengono applicate delle viti di guarigione, che aiutano i tessuti gengivali ad adattarsi correttamente e a prepararsi per la successiva fase protesica, quella nella quale verrà posizionato il nuovo dente.
L’implantologia dentale è generalmente ben tollerata dalla maggior parte dei pazienti e non viene considerata una procedura particolarmente dolorosa. Chiaramente, il grado di fastidio percepito può variare a seconda di fattori individuali, come ad esempio il livello di tolleranza del dolore da parte del paziente, la complessità del caso e il numero di impianti inseriti.
Durante l’intervento di inserimento dell’impianto dentale, il dolore è praticamente assente grazie all’anestesia locale che desensibilizza completamente l’area. Svanito l’effetto anestetico, è normale avvertire un lieve dolore che, in genere, tende a scomparire nelle 24-72 ore successive alla procedura e può essere, in ogni caso, gestito tramite farmaci antidolorifici prescritti dall’implantologo.
Per chi ha una soglia di tolleranza del dolore molto bassa, è possibile ricorrere anche alla sedazione cosciente, una tecnica sicura e controllata che induce uno stato di rilassamento profondo pur mantenendo il paziente sveglio e collaborativo. La sedazione cosciente può essere somministrata per via intra-nasale ed è spesso utilizzata per ridurre l’ansia e rendere l’esperienza ancora più serena e confortevole sia per il paziente che per l’implantologo.
Negli ultimi anni, l’implantologia ha fatto passi da gigante anche sul fronte del comfort operatorio. Tra le innovazioni più rilevanti troviamo le tecniche mini-invasive, come la cosiddetta tecnica flapless, la quale permette di posizionare l’impianto senza incidere la gengiva.
In assenza di bisturi e suture, questo approccio consente di ridurre drasticamente il trauma chirurgico, offrendo al paziente un’esperienza più confortevole, un decorso post-operatorio meno doloroso e tempi di guarigione più rapidi. La tecnica flapless può essere applicata solo quando l’anatomia del paziente lo consente, cioè in presenza di un volume osseo sufficiente e ben documentato attraverso esami radiologici tridimensionali come la TAC Cone Beam.
Oltre a minimizzare il dolore, questa tecnica può contribuire a fornire un risultato esteticamente migliore, poiché i tessuti gengivali vengono preservati in maniera più naturale. Ovviamente, come sempre, sarà l’implantologo, dopo un’attenta valutazione, a stabilire se e quando utilizzare la procedura mini-invasiva.
L’osteointegrazione rappresenta la fase cruciale del processo implantologico. Le statistiche indicano un tasso di successo superiore al 95% per gli impianti dentali, a condizione che vengano rispettati i protocolli clinici e le indicazioni post-intervento.
Esiste una piccola percentuale di casi in cui l’impianto non riesce ad integrarsi correttamente. Le cause principali di fallimento precoce o tardivo sono le seguenti:
L’implantologia a carico immediato è una tecnica innovativa che consente di applicare una protesi provvisoria fissa sugli impianti dentali entro 24-48 ore dall’intervento chirurgico, evitando lunghi periodi di attesa tra il posizionamento dell’impianto e il ripristino estetico e funzionale del sorriso. Questa soluzione, particolarmente vantaggiosa per il paziente, permette di tornare a masticare e sorridere in tempi molto brevi.
Grazie alla sua efficacia e rapidità, il carico immediato si integra perfettamente con le tecniche di riabilitazione implantare più complesse, come l’All-on-Four e l’All-on-Six, che prevedono l’inserimento rispettivamente di quattro o sei impianti a sostegno di un’intera arcata dentale.
Anche in questo caso, un'accurata pianificazione è fondamentale per comprendere se, a livello osseo, vi siano le condizioni per l’applicazione del dente fisso provvisorio subito dopo l’inserimento dell’impianto.
In alcuni casi, specie quando l’osso residuo risulta particolarmente compromesso, l’implantologo potrebbe optare per la tecnica del carico differito. Questo approccio prevede che l’impianto venga lasciato sotto gengiva fino alla guarigione. Solo dopo questa fase si procederà con la scopertura dell’impianto e l’applicazione del dente definitivo. Anche se i tempi sono più lunghi, il carico differito resta una soluzione sicura ed efficace, soprattutto nei casi clinici più delicati.
Il costo di un trattamento di implantologia dentale viene generalmente definito solo dopo una prima visita implantologica approfondita. Durante questa fase, l’implantologo valuta attentamente lo stato di salute orale del paziente per verificare se esistano i requisiti clinici necessari per procedere all’inserimento degli impianti.
Una corretta pianificazione richiede, infatti, l’esecuzione di esami diagnostici specifici, utili a determinare la quantità e la qualità dell’osso disponibile. In presenza di una grave atrofia ossea, potrebbe essere necessario ricorrere a tecniche di rigenerazione ossea (innesti ossei o rialzo del seno mascellare) che comportano tempistiche e costi aggiuntivi.
Solo al termine di questa fase di studio sarà possibile formulare un piano di trattamento personalizzato, comprensivo dei relativi costi che varieranno in base a diversi fattori e cioè al numero di impianti che è necessario inserire, alla complessità del caso clinico e alla tipologia di protesi che verrà utilizzata.
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